rilevato che l’esigono a loro arbitro molini esigono l’intiera molitura di libre diciotto……noi
abbiamo ordinato ai suddetti molinari sotto pena di contravvenzione alla Legge di esigere
generalmente mezza molitura di libre nove per ogni soma…..abbiamo proibito espressamente di
non prendere essi colle loro mani la molitura,essendo questo un abuso ma di esigerla dai
macinanti…..”
Nella lettera del 22 gennaio 1815 all’Intendente (la cui figura corrisponde a quella
del nostro prefetto) della provincia di Chieti il primo eletto del comune di San
Valentino esprime i suoi ringraziamenti per la sua recente elezione promettendo che
avrebbe reso felice il popolo, al contrario del suo antecessore che poco o nulla
aveva fatto. Ricordiamo infatti che il sindaco veniva scelto dal decurionato
(consiglio), che proponeva all’intendente una terna di nomi entro cui egli stesso, o lo
stesso re, sceglieva chi nominare.
In questa lettera si parla anche dell' ingiustizia e degli abusi dei proprietari del
mulino, che trattenevano per sé gran parte del grano portato dai contadini a
macinare e si chiede giustizia.
“……il mio antecessore poco o nulla si è brigato di far restare il pubblico soddisfatto,ho trovato
dei molti disordini che m’impegnerò di riordinare a poco a poco….Stanco di più sentire i riclami di
tutta la popolazione per le frodi che si commettevano nel Mulino pubblico Demaniale affittato a
Giustino Crivelli di Caramanico,Crescenzo Gigante di questo comune ed altri compagni,mi portai
a riconoscerlo e trovai che le doglianze del pubblico erano tutte giuste,formai di tutto un